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È vano cercare un'identità collettiva generazionale o d'altro tipo in nove autori raccolti in un'unica edizione. Non è meno vano confrontare Anastasija Chvostanceva ed Evgenij Smysljaev, Egana D?abbarova e Jaroslava Sirokova, Anna Lukasenok e Angelina Sabitova, Aleksandra Siljaeva, Michail Kuimov e Ruslan Komadej. Le logiche e pratiche poetiche nel libro sono eterogenee, com'è eterogenea la poesia contemporanea in lingua russa. I versi liberi sono liberamente attigui al verso sillabico-tonico, la lirica alle tecniche del documentario, le simbolizzazioni di livelli diversi alle espressioni dirette, i contesti culturali ai costrutti autobiografici. Ogni autore vede a proprio modo le sfide del metarealismo, dominante per la poesia degli Urali, e del post-concettualismo, senza il quale è impossibile parlare della poesia giovane. Infine, anche i temi, che i giovani degli Urali sollevano, si distinguono per una moltitudine di aspetti. In tal caso risulta luogo comune nel libro solo la quintessenza della giovinezza e delle speranze, nient'affatto destinate a realizzarsi. E per di più quello stesso sapore indimenticabile, che c'è in ogni epoca.